la Pistulo dal Nurat
Nousauti da 'l Nurat sen tuci d'aucat.
Se y a na belo fìo, y a qui la pìo.
Se y a na belo vacio, y a qui la stacio.
Se y a na bèlo frémo, y a qui la strémo.
Aven lou Préfét e la Réligioun:
"Vené taca-nou, se sè boun!"
traduzione: Noialtri di Norat siamo tutti degli avvocati.
Se c'è (nel circondario) una bella ragazza, c'è chi (tra noi) la prende in sposa.
Se c'è una bella mucca, c'è chi la tiene in stalla.
Se c'è una bella moglie, c'è chi ce l'ha e se la tiene stretta.
Abbiamo il Prefetto e la Religione:
"Venite a sfidarci, se ne siete capaci!".
Proemio
Emblema d'identità nonché motto di sfida nell'ancestrale contesa tra le borgate per la conquista del primato sul territorio di Roccabruna, la Pistula celebra con ostentata autostima i preziosismi e le virtù della gente di Norat:
- sapienti come avvocati;
- ambiziosi all'estremo nell'attività lavorativa;
- d'una bellezza e d'un fascino maschile irresistibili ad ogni fiore di fanciulla in età da marito;
- perlopiù, annoverando tra essi personaggi di somma autorevolezza e di indefesso sentimento religioso, e non come singoli ma come dinastie familiari ("quelli del Prefetto" e "quelli della Religione");
- la gente di Norat poteva impavidamente lanciare attacchi per ogni dove.
Ma le altre borgate evidentemente non avevano taciuto. Alle altisonanti e prepotenti strofe dei Noratesi avevano aggiunto la loro:
Ma curo calin a Drunìe, soun tuci de pouiassìe (ma quando scendono a Dronero sono tutti dei pidocchiosi)